Il mondo dei francobolli e della filatelia - UNIONE FILATELICA SUBALPINA

Posts written by pino il saggio

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    E' vero che la biro fu creata negli anni 30, ma la produzione iniziò nel 1941 in Argentina e solo nel 1950 in Europa grazie al sig. Bich. Quindi, a parer mio, non è possibile che nel 45 si potessero spedire lettere con l'indirizzo scritto con la biro.
    E, perdonami Carlo, non si tratta di disprezzare ma solo di essere realisti.
    Poi, per carità, ognuno resterà della propria idea. :D
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    Non concordo sul fatto che un comandante di una nave o di un aeromobile possa avere l'autorità per "emettere" una carta valore.
    Gli unici che aveano questa autorità extra-governo furono solo i comandi locali dei CLN. Ma questi avevano ricevuto, comunque, l'autorizzazione dal governo romano insieme alle autorità anglo americane di liberazione. In effetti l'autorizzazione l'aveva il CLN AltaItalia che, a sua volta aveva demendato l'autorizzazione ai CLN locali.
    Nessun privato, o ufficiale che sia, può emettere carte valori se non su specifica autorizzazione dell'Ente centrale preposto a questo scopo. Né Balbo, né l'ambasciatore italiano avevano questa autorizzazione e quindi la soprastampa Volo di Ritorno è una soprastampa privata che rende inutilizzabili i francobolli.
    Questo tecnicamente.
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    Attenzione a non confondere francobollo usato con la storia postale.
    Sono due realtà molto diverse e distanti fra loro.
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    Se posso esprimere il mio concetto....
    Esistono solo francobolli usati e francobolli nuovi. Mi esprimo meglio. Il francobollo è una marca attestante il prepagamento di un servizio. Per dimostrare che hai pagato il servizio e per poter farlo saper a tutti quelli che prendono in mano la corrispondenza, è necessario incollarlo sulla busta. La validità d'uso di questa marca (validità postale) è definita per legge e pubblicata sulla gazzetta ufficiale. Può essere di un anno, di tre mesi o anche di un solo giorno o vita natural durante. Quindi il francobollo sulla busta viene timbrato (annullato) per impedirne il riutilizzo. Va da sè che il francobollo è nuovo quando non ha ncora assolto il suo compito di svolgimento del servizio per cui era stato acquistato e diventa usato quando termina di svolgere questo compito.
    Tutte le tappe intermedie, cioè timbri illeggibili, timbri di favore, timbri falsi ne alterano il suo stato di nuovo ma non dimostrano il suo stato di usato. Vero che molti timbri di favore sono originale ed in perfetta simbiosi coi tempi della validità postale, ma ciò nonostante il francobollo non ha assolto al suo compito, quindi, in termini tecnici non è "usato" e neanche "nuovo".
    Faccio un esempio ... oltre i timbri di favore, falsi e quelli illeggibili ce ne sono ancora almeno tre. Saggio, Specimen, Annullato. E questi come li consideriamo?
    Il francobollo non è più nuovo (anche se ha ancora la gomma originale) e non è neanche usato proprio perchè è stato demonetizzato. Che patente gli dareste?
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    Io mi chiederei cosa potessi spedire spendendo ben 10 lire 10 nel 1945.
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    Il sig. E.P. faceva parte dell'Associazione Commercianti che è una specie, a parer mio, di casta a sé stante. In quegli anni, stiamo parlando degli 70-90, la filatelia teneva e correva bene. Si era appena usciti dalla crisi dei fogliaroli ed il gronchi lilla pareva giunto apposta a risollevare le sorti della filatelia stessa. Quindi tutti lavoravano e tutti facevano soldi. Ed i collezionisti erano soddisfatti. Perchè qualcuno doveva intervenire a bloccare tutto ciò? C'erano perfino i commercianti che ordinavano le varietà direttamente ai dipendenti del Poligrafico! Meno male che erano pochi commercianti disonesti e furono beccati subito (quasi) dalla polizia. Anche i periti, se non tutti ma quasi, non si sottrassero a questo giro di danaro. Si guardava più la mano che porge che non l'oggetto porto. E del resto se soldo fa soldo perchè non infilarcisi dentro. Comunque c'erano commercianti più seri ed altri un po' meno. Periti più seri ed altri un po' meno. Ma non c'era internet. E se volevi capire cosa stavi comprando dovevi studiare o appoggiarti al tuo perito di fiducia. Un giro vizioso. Anche l'affare Afinsa ha contribuito notevolmente a far diventare ricchi poche persone, alcune serie altre un po' meno. Ad esempio un catalogo che improvvisamente cambia di mano e nelle sue pagine ci mette oggetti tanto assurdi da essere, oltre che improbabili, anche impossibili. Un paio di ditte anche anonime che fanno incetta di tutta la carta straccia esistente sul mercato ed un perito ligure che certifica con la bottiglia di vino davanti. Ma muore quasi subito ed allora se ne cerca uno nel Nrd Italia che al vino preferisce l'assegno. Eh si, perchè gli spagnoli conprano tutto, ma proprio tutto, al 10% del catalogo (ma questo non lo ricordo bene e forse era addirittura meno) purchè fosse catalogato su un qualsiasi catalogo e fosse accompagnato da un certificato.
    Come notate, la filatelia è sempre stata considerata investimento .... mmhh ... ma da chi? Da chi muove i soldi, naturalmente.
    E questo è bene ricordare, la Filatelia non potrà essere investimento per il collezionista.
    Il collezionista ci si diverte ed al massimo riprende parte di ciò che ha speso.
    Infine voglio ripetere quello che da tanti anni ripeto :
    la Filatelia è Studio, Conoscenza, Ricerca.
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    Conosciamo, purtroppo, tutti quel commerciante milanese.
    il Sig. E.P.
    Che aveva un ingente commercio per posta di lotticini che vendeva a 10 milalire pieno di patacche soprastampate, si dice, nel retro del suo negozio.
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    I falsi ci sono sempre stati ed in abbondanza.
    Il giorno dopo (quasi) l'emissione di un francobollo, c'era già chi studiava come fregare il prossimo.
    Certo i falsi per posta hanno un discreto valore perchè fatti per viaggiare, a differenza di quelli fatti per i collezionisti che valgono molto poco, se non niente. In Italia, ma non solo in Italia, chi raggira una persona vendendo materiale diverso da quello descritto va incontro a denuncia per truffa, ma solo su querela di parte, cioè del danneggiato. Non dimenticate i grandi falsari come Fournier, Usigli, De Sperati, Cohn, Rabuffetti. Tanto per citarne qualcuno di "qualche anno fa". In effetti chi ebbe guai con la giustizia furono solo quelli che fecero falsi per posta. Mi sovviene il signore che falsificò il 15 cent litografico. Iniziò a Napoli con due tipi diversi. Scoperto, fuggi all'Aquila dove ne preparò un'altro tipo.
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    Ha una filigrana lettere che lo rivitalizza un po,
    ma anche a filo in basso
    e un leggero difetto in alto al centro.
    Direi anche io su 30/40 euro.
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    Pensa che il clichè era già rotto nelle prove.
    Questa striscia si riferisce alla prova di stampa del 5 cent su carta bianca vergata.
    Come puoi vedere, l'esemplare centrale ha la rottura del clichè simile a quella in posizione 122
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    A video non è possibile stabilirlo con certezza.
    Tu sei il miglior giudice :D
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    Tu puoi controllarlo meglio ed osservarlo con più attenzione, sei sicuro che la soprastampa non copra l'annullo?
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    L'impressione è che la soprastampa sia sopra l'annullo.
    Fosse così, almeno a video così sembra, la soprastampa non può che essere falsa.
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    Riporto un mio articoletto scritto tempo fa per la rivista dell'Unione Filatelica Subalpina:

    CITAZIONE
    Nel 1870, il commerciante di francobolli fiorentino, F. Usigli venne in possesso di circa 70 stereotipi dei francobolli di Romagne. Era un periodo in cui il collezionismo dei francobolli stava diventando un fiorente commercio.
    L’Usigli, dunque, decise di far stampare o stampare egli stesso delle copie dei francobolli di Romagne da rivendere come originali. Ma gli stereotipi erano piuttosto danneggiati ed ossidati ed il risultato ottenuto di scarso impatto visivo.
    Decise, allora, di dare loro una veste nuova per renderli più attraenti. Contornò gli stereotipi con una serie di filetti e li compose in blocchi di 9, tre esemplari su tre file. Per ogni foglietto tutti i valori.
    Realizzò due tipi di foglietto, uno di dimensioni 185x210 con stampa in nero su carta di diversi colori ed uno di dimensioni 210x210 su carta biancastra ed inchiostro di diversi colori.
    Sotto ogni valore pose la scritta “Saggio” per rendere più accattivanti questi oggetti. Naturalmente, ed è evidente, non sono saggi ma solo ristampe private di scarsissimo valore, per non dire nullo.
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    Generalmente le prove degli interi postali riportano la scritta SAGGIO di demonetizzazione.
    Ho trovato in rete una immagine della cartolina in questione.
    Ho ridotto l'immagine del "ritaglio" per far si che le dimensioni coincidano.
    Ho sovrapposto l'immagine del "ritaglio" sulla cartolina rendendone l'immagine semitrasparente e facendo combaciere i due stemmi.
    L'intento è dimostrare che il "ritaglio" trova la sua posizione naturale e che le scritte sulla cartolina non interferiscano con il "ritaglio" stesso.
    A mio parere è un semplice "ritaglio".
105 replies since 16/12/2019
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